Intervista a Nanà

Foto di Alex Pietrogiacomi

Incontrare Nanà per l’intervista e degli scatti è stata una piccola avventura tra mille inciampi e contrattempi. Quando è arrivata alla location era veramente una forza della natura scatenata contro le avversità che aveva superato, ma dopo qualche minuto ha aperto il suo mondo e tutto è andato in discesa.
Nanà non ha mezze misure, sul suo Instagram mostra la sua nudità esistenziale, osserva divertita e “distante” il mondo che lascia affogare in sé, questa che potete leggere è la piccola conversazione che abbiamo fatto tra una foto e l’altra.
Buona lettura.

Alex Pietrogiacomi

Come ti sei avvicinata al mondo della fotografia?
La mia prima esperienza risale al 2012 mi ero appena separata e da poco avevo iniziato pole dance, sono dimagrita 10 kg e questo cambiamento è stato chiaramente subito notato, non solo dalla cerchia famigliare e amicale ma anche da un fotografo che mi ha chiesto di posare per lui.
Il mio battesimo del fuoco è stato subito con il nudo e questo perché ho preso coscienza di questo mutamento avendo così una maggiore sicurezza nel farmi ritrarre senza veli.
Ma ora che ci penso non ho mai sentito la vergogna di essere svestita davanti a qualcuno, dopo che ho raggiunto questo peso e una complicità corporea maggiore.

Foto di Alex Pietrogiacomi

La tua professione può essere considerata anche come una medicina per le proprie insicurezze?
Assolutamente sì, penso che in realtà questa professione sia molto incentrata su quello, anche se devi essere già aperta di tuo oltre che avere pelo sullo stomaco e sicurezza su ciò che sei, perché spesso ti relazioni con persone che non sono proprio “professionali” o “chiare” e se non si ha una stabilità, un centro assoluto, si può vacillare e perdersi.

Qual è la percezione di chi ti circonda?
Chi si avvicina a me vede una parte di me, soprattutto attraverso i social, e questo si riflette a livello personale, off line…

C’è una differenza tra te e il tuo “personaggio”?

Sì, Valentina è molto più introspettiva, riflette di più sulla sua vita, sulle sue criticità. Sicuramente quello che si vede su IG è molto più spensierato, “facile”, anche se sono sempre io e alcune volte infatti traspare da alcuni contenuti.

Foto di Alex Pietrogiacomi

Non è un problema avere questa doppia vita? Cioè questo doppio pensiero on line e off line?
Il mio IG è formato da tre tipologie di pubblico: il marpione, gli amici/parenti e colleghi/e, quindi sicuramente un po’ della mia vita privata traspare, però sono molto gelosa della mia intimità e quindi tendenzialmente preferisco avere questa ambivalenza che è una sorta di protezione della mia sfera più privata.

E non la vedi come una sorta di ipocrisia non trasmettere quello che si è?
Una persona è tanti aspetti, tanti lati, che la formano, che la compongono… io quando sono sul set sono compenetrata al lavoro, lo faccio divertendomi, con piacere e passione. Ho tante sfaccettature, sul lavoro da fotomodella, sul lavoro quotidiano, in famiglia, sono molte cose, ci sono molti miei aspetti che entrano in campo, quindi no, non è ipocrisia ma offrire un aspetto, un ambito, una parte di un tutto più grande. In poche parole, ogni contesto ha la sua “forma”.

Foto di Alex Pietrogiacomi

Perché la scelta di essere un SG?
Quando avevo 16 anni c’erano già, e io mi innamorai di una di loro: bellissime, alternative, tatuate, si divertivano… perché non potevo farlo anche io? Ecco è nato in modo davvero molto semplice.

Come sei vista dalle altre donne?
Le donne… secondo me è inutile girarci troppo attorno, ho poche amiche e anche il rapporto con loro è mutato. Il legame, da quando ho iniziato a postare alcuni tipi di contenuti, si è incrinato e sinceramente, non penso che sia per gelosia o stupidaggini del genere, ma credo solamente che ciò che vivo non faccia parte di quelle persone e alcune si sono allontanate, mentre altre invece, un po’ più vicine a questa mia attitudine mi supportano, mi seguono, si relazionano in modo molto rilassato.

Cosa blocca una persona a fare la tua professione e cosa non ha bloccato te?
Paura…dell’ignoto, perché lo pensi e non sai effettivamente cosa ti aspetta. E poi anche la paura di fallire. È paura anche del rifiuto, di ciò che può essere il giudizio altrui.
Per me invece non è stato così e vado di istinto, cerco di non obbligarmi sempre a pensare perché altrimenti poi non si agisce.

Foto di Alex Pietrogiacomi

Quanto è importante l’identità?

Se non sai chi sei e cosa vuoi, ti fai solo abbindolare  e il mondo esterno ti può far uscire dalla tua strada.

Si può diventare schiave della propria fanbase?

Sì, perché quando inizi ad avere un aumento di followers quando pubblichi un certo tipo di contenuto e non un altro, capisci che alcune persone ti seguono solo per un input specifico.

Quindi c’è una sorta di omologazione nel tuo ambiente?
Sì, perché si tenta di “imitare” a modo tuo quello che funziona per qualche personaggio più in vista e il tutto, spesso per mancanza di personalità, porta a quello che dici.

Però, ho iniziato nel 2012 vero, ma sono arrivata a fare la fotomodella dopo molto tempo, ero e sono una poledancer, quindi prima foto in quell’ambito, poi come modella…  questa crescita, questa evoluzione mi permette di pubblicare quello che voglio perché lo voglio e perché mi rappresenta al 100%, se poi non piace… pazienza.

Foto di alex Pietrogiacomi

Se dovessi definire Valentina e Nanà?

Valentina è malinconica, introspettiva e dolce.

Nanà è spudorata, faccia da culo e sarcastica.

Quanto è importante l’autoironia e l’ironia in questa professione?
In questo mondo per me no, per me è importante nella vita, un po’ come altre qualità.

Cos’è la femminilità?

Personalmente avere consapevolezza di te stessa. Una volta che non vesti dei panni che non siano i tuoi, sei una Donna.

Se dovessi invitare a conoscerti?

Venite a trovare follia e caos, perché è interessante capirlo e se lo capite magari mi aiutate a comprenderlo meglio (ride ndA).

Foto di Alex Pietrogiacomi

Lascia un commento